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La Triennale di Milano. “Il cinema con il cappello.  Borsalino e altre storie”.

Milano

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Ideazione: Fondazione Borsalino, Elisa Fulco

Curatore: Gianni Canova

Progetto allestitivo: Masoero – Tondo Architetti Associati

Progetto grafico: Mari Conidi

Illustrazioni: Alessandro Caucci, Gianluigi Toccafondo

Periodo: 18 gennaio – 20 marzo 2011

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Ideata dalla Fondazione Borsalino e curata dal critico cinematografico Gianni Canova, la mostra racconta il binomio centenario tra cinema e cappello: uno sguardo emozionale, ironico, nostalgico, poetico e trasgressivo sulla capacità del copricapo di generare riconoscimento e identità, ma anche di sollecitare trasformazioni.

Il Concept di allestimento rimanda a diverse chiavi di lettura riconoscibili lungo il percorso espositivo. Tali chiavi di lettura sono il “filo di Arianna” che consente al visitatore di comprendere lo spazio realizzato per amplificare l’esperienza di visita della mostra. L’idea di allestimento è costruita parallelamente al Concept della mostra e accenna a temi di riflessione contestuali a quello esplicitato attraverso i materiali esposti; esso pertanto funge da supporto al tema espositivo, pur non svelandosi dichiaratamente al visitatore, rimanendo come una “traccia nascosta”.

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Le diverse e complementari chiavi di lettura del percorso espositivo sono:

  • Il cappello caratterizza il personaggio e ne definisce il ruolo (“mi metto il cappello e divento un personaggio”).

  • Il binomio attore / spettatore caratterizza l’esperienza di fruizione del cinema, ma la magia della finzione cinematografica risiede nella scomparsa di tale confine, nel momento  in cui lo spettatore si lascia “assorbire” dal buio della sala di proiezione.

  • La distinzione tra luce e buio segna il confine tra “la vita reale” e “il sogno” (ovvero la narrazione di una storia).

  • I cappelli e in forma più estesa ciò che ci “sovrasta” (un cappello, un tetto, il cielo) generano una sensazione, costruiscono un contesto.

Il percorso espositivo si esplicita attraverso la distinzione della dicotomia tra luce e buio, attore e spettatore, vita reale e finzione. Un confine che al termine dell’esposizione si sarà rivelato al visitatore molto più “labile” ed “etereo” di quanto si potesse immaginare all’inizio della mostra.

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Come criterio generale si è deciso di creare degli spazi di “luce” (il percorso espositivo centrale) dove il visitatore è “attore”, e delle stanze buie (sale di proiezione) dove il visitatore è “spettatore”. I primi sono prevalentemente dedicati alla visione di grafiche e alla fruizione di installazioni multisensoriali, gli altri spazi invece sono esclusivamente dedicati a montaggi video.

Per conseguire tale risultato si è scelto un sistema generatore degli spazi che fosse neutro ma allo stesso tempo conferisse carattere formale agli ambienti: il confine “etereo” di cui si è scritto precedentemente. Dunque un confine continuo che crea degli spazi differenti ma uniformati da un’unica quinta. 
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Per la quinta è stato impiegato il “Softwall” di Molo Design.

L’installazione multimediale al centro del percorso espositivo (“Portami via con te”) è stata ideata e realizzata da N!03 studio ennezerotre.

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Data di inaugurazione:

Gennaio 2011

Tipologia:

Allestimento

Autori:

Arch. Elena Masoero [Masoero – Tondo Architetti Associati]

Arch. Flavio Tondo [Masoero – Tondo Architetti Associati]

Collaboratore: Arch. Fabrizio Genta

Crediti fotografici:

Photo by Agenzia Stefano Guindani, Milano. © Fondazione Borsalino

© Masoero - Tondo Architetti Associati

Crediti professionali:

Committente: Fondazione Borsalino

General contractor: Eurostands S.p.A., Cambiago (MI) 

Progetto illuminotecnico, audio, video: Volume S.r.l., Milano 

Apparati multimediali: Volume S.r.l., Milano

© Masoero – Tondo Architetti Associati. Tutti i diritti riservati.

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